E’ un abusato rito, ormai, la gogna
di guardare il tuo riflesso nello specchio,
e ripeti un’altra volta un gesto vecchio:
ti scrolli un po’ di dosso la vergogna
con la semplice alzata d’una spalla.
E’ solo un’altra volta in più, lo sai,
ti dici in fondo ”che cosa sarà mai”,
e mentre quell’immagine ti parla,
ancora un’altra volta in più la ignori;
poi sorridi -gli occhi, un po’ annebbiati,
la bocca, solo gli angoli piegati-
e con lenta convinzione ti perdoni.